XXI secolo.
Dalla cultura pop al progresso tecnologico senza pari in nessuna altra epoca storica, gli aggettivi per definire questo secolo si sprecano.
Eppure ce n’è uno in particolare, che sembra legare tutti gli altri aspetti e farli convergere: interconnessione.
Uno dei bisogni innati della specie umana è quello di comunicare.
Bisogno sostenuto dalla propensione dell’uomo all’innovazione e al progresso.
Mai come nel XXI secolo questo si è tradotto con un’interconnessione globale, attraverso la messa a punto e in commercio di device dalla tecnologia sempre più avanzata, che consente a chiunque ne abbia voglia, tempo e strumenti a ritagliarsi il suo posto nel grande, immenso, mare del web.
Oggi Internet è la “rete delle reti”, è il futuro che non c’era e al tempo stesso guida il domani.
Quando nacque, negli anni ‘90, Internet era un enorme database dei più svariati contenuti.
Contenuti alla rinfusa, non catalogati. Non c’erano le parole chiave, la SEO, gli editor e i CMS (software per facilitare la gestione dei contenuti di siti web).
Servivano ordine e organizzazione per reperire in modo facile e veloce i contenuti.
Ma come?
Motori di ricerca
La vera svolta avvenne nel 1993, quando Matthew Gray sviluppò il primo web crawler della storia: World Wide Web Wanderer.
Noto anche solo come Wanderer, viene considerato la pietra miliare dei motori di ricerca moderni.
ll crawler è quel software, conosciuto anche come spider o robot, che leggendo l’HTML (il più usato linguaggio di programmazione) di una pagina web ne estrae le parole chiave per definire l’argomento principale della pagina stessa.
Si occupa, inoltre, di estrarre l’URL (indirizzo univoco di una risorsa su Internet) della pagina web, il titolo e la descrizione.
Proprio grazie a questo software in grado di riconoscere e catalogare in automatico i contenuti immessi in rete, nacquero i Search Engine (motori di ricerca).
Questi ultimi rimangono la soluzione migliore a tutt’oggi e sempre in continua evoluzione.
Alcuni di questi hanno vissuto alterne fortune, altri rappresentano quasi un sinonimo di Internet stesso.
A questo punto sappiamo tutti di quale stiamo parlando.
Fondato nel 1998 da Larry Page e Sergey Brin, Google è diventato in breve tempo sinonimo di motore di ricerca.
Il sito più visitato al mondo ha rappresentato uno spartiacque nel mondo dei search engine e più in generale di Internet.
Furbetti e trucchetti
Come già spiegato, i primi motori di ricerca usavano l’HTML, gli spider e i metatags (metadati utilizzabili nell’HTML per veicolare informazioni aggiuntive correlate alla pagina web che ne fa uso).
Tuttavia, l’utilizzo di questi strumenti in modo improprio ed errato fu dannoso.
Prima che per gli utenti, infatti, i contenuti venivano ottimizzati a uso e consumo esclusivamente dei motori di ricerca.
Molti publisher iniziarono ad abusare delle indicazioni SEO a loro disposizione, contribuendo a creare una situazione alquanto caotica e confusionaria.
A causa di un uso indiscriminato di questi “trucchetti”, i motori di ricerca rischiavano di non rappresentare più un aiuto all’utente, ma uno strumento di confusione più che di ordine delle pagine web.
Si era reso necessario introdurre degli algoritmi per scoprire i truffatori e togliere loro la possibilità di manipolare i risultati delle ricerche a loro piacimento.
Nacquero, quindi, algoritmi più complessi, sempre più intelligenti e meno soggetti alle forzature da parte dei webmaster.
Questo decretò di fatto l’inizio della SEO moderna.
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