Tag: che cosa è e come usarlo sul sito

Hai presente quando con evidenziatori di colori diversi sottolinei gli argomenti simili tra di loro?

Questo ti permette di individuare subito, grazie al colore utilizzato, l’argomento che vuoi leggere e studiare.

Per esempio: sottolinei in giallo tutto ciò che concerne l’argomento A, in blu l’argomento B e in verde l’argomento C.

Quando vorrai leggere di A ti basterà selezionare tutti i paragrafi colorati in giallo.

Più o meno allo stesso modo funzionano i tag.

Sono sostanzialmente delle “etichette per topic”, con cui contrassegnare pagine e articoli affini per tematica per consentire agli utenti di navigare l’argomento in modo rapido ed efficiente, scoprendo tutti i contenuti simili.

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Che cosa sono i tag

I tag sono semplicemente un elemento HTML espresso con keyword specifiche che si può aggiungere via CMS a ogni tipo di pagina web pubblicata sul sito, e servono essenzialmente a identificare quel contenuto attraverso l’utilizzo di alcune parole chiave che ne descrivono e sintetizzano i concetti principali, come per esempio le caratteristiche del prodotto (per le pagine prodotto di un eCommerce).

In concreto, si tratta di un sistema presente su WordPress e altri CMS per aiutare il proprietario del sito a organizzare i vari contenuti, semplificandone la navigazione e l’accesso da parte degli utenti.

Quando si aggiunge un nuovo tag, infatti, viene creata una pagina contenitore in cui è possibile poi raggruppare i post correlati su un determinato topic (o argomento), consentendo quindi ai visitatori di scoprire con un solo clic sull’etichetta tutti i post identificati da quel particolare tag.

Le caratteristiche dei tag

Di solito, il CMS mostra la lista dei tag nella forma di link sulla pagina web relativa, permettendo al visitatore di individuare facilmente anche altre pagine correlate a un determinato tag.

Usando lo stesso tag su varie pagine aggreghiamo tutti i documenti che intendiamo avvicinare alla categoria di appartenenza (sono infatti utilizzabili sotto diverse categorie) e senza limiti quantitativi: è possibile creare migliaia tag ed etichettare un contenuto con un numero altissimo di tag, anche se questa è una pratica sconsigliata.

Normalmente si suggerisce di attenersi a un massimo di 10 tag per post.

Un utilizzo sconsiderato e non ottimizzato dei tag significa, infatti, creare ridondanza ed esporre il sito a rischi, rendendo non solo più difficile la navigazione per le persone, ma anche danneggiando la SEO in termini di pagine non ottimizzate.

Inoltre, un altro aspetto controverso del tagging sta nel fatto che tipicamente non fornisce informazioni di tipo semantico – e ciò pesa soprattutto per i casi di omonimia e di termini che riguardano ambiti diversi, portando a connessioni inappropriate tra le pagine “taggate”.

C’è poi un fattore fortemente soggettivo nella selezione dei tag, perché le persone potrebbero usare termini molto diversi per descrivere lo stesso concetto, problema che si supera con la keyword research sul tema.

Tag WordPress, tutto ciò che serve sapere

Il modo più semplice di aggiungere i tag è quindi attraverso WordPress, che si serve delle etichette come descrittori per i contenuti, che a seconda del tema possono essere invisibili o mostrati in pagina, apparendo sotto o sopra il contenuto del post.

Dal punto di vista pratico, aggiungere tag al sito WordPress è un’operazione davvero semplice: dalla dashboard di amministrazione basta cercare “Articoli” e poi usare il menu a discesa per trovare la sezione Tag, cliccando la quale si apre una schermata in cui gestire le etichette.

In questo modo si può impostare la pagina archivio creata dai tag e curarne l’ottimizzazione.

In alternativa, si possono aggiungere i tag anche direttamente in un articolo cercando il box che solitamente si trova sulla destra dello schermo: basta digitare i tag nella casella di testo, separandoli con una virgola.

Usare i tag in maniera troppo disinvolta, aggiungendo 10-20 etichette nuove a ogni post, significa pertanto creare dozzine di pagine di archivio che rischiano di essere inutili, se non dannose: quando una pagina archivio di tag contiene solo 1 o 2 post, non ha praticamente senso perché non aiuta gli utenti ad approfondire contenuti correlati, né aiuta Google a capire di cosa tratta il sito, peggiorando solo le prestazioni complessive del dominio.

Per questo, al momento dell’aggiunta di un tag si deve valutare la sua utilità futura, verificando innanzitutto se ci siano già tag in topic da utilizzare, quali siano gli altri argomenti correlati, se ci sia una keyword migliore da usare per identificare l’argomento.

Per essere utili, infatti, i tag non devono essere “inventati”, ma riportare parole o frasi esistenti e che le persone cercano, frutto possibilmente di una keyword research strategica.

La differenza tra tag e categorie

Le categorie sono il sistema più generale per raggruppare i contenuti su un sito WordPress, che infatti richiede l’indicazione obbligatoria di (almeno) una categoria per ogni nuovo post, che altrimenti sarà contrassegnato genericamente tra i “Non categorizzati” (che, a conti fatti, è comunque una categoria), mentre invece l’aggiunta di tag non è obbligatoria.

Una categoria simboleggia un argomento o un gruppo di argomenti che sono collegati tra loro in qualche modo.

Sono come dei “contenitori” che raccolgono le pagine del sito, mentre i tag servono a identificare più precisamente il singolo contenuto attraverso l’uso di una serie di “parole chiave”.

In un certo senso, quindi, le categorie hanno lo scopo di indicare il genere del post, mentre i tag vanno molto più in profondità e indicano le singole cose di cui parla il post

Ancor più precisamente, le categorie aiutano a portare la gerarchia nelle pagine, mentre i tag aiutano a raggruppare i contenuti sullo stesso argomento, fornendo informazioni su dettagli specifici dei post e consentendo di micro-categorizzare i vari contenuti.

Categorie e tag sono due esempi di un sistema di tassonomia per il sito che, se utilizzato correttamente, può migliorare l’esperienza utente e la SEO del sito, ma che usato male può creare problemi.

In caso di gestione accorta, infatti, i visitatori possano navigare tra i contenuti, sfogliare post correlati a quello che stanno leggendo e rimanere più a lungo sul sito web.

Ma un utilizzo non accorto può provocare vari problemi, a cominciare pagine di categorie e pagine tag con contenuti duplicati, che in pratica si cannibalizzano ed entrano in competizione tra loro, rendendo difficile per Google comprendere quale premiare con la visibilità nelle SERP, valutando la più rilevante tra una categoria e una pagina di tag.

In definitiva, si deve progettare il sito pensando agli utenti, ricordando che tutti i motori di ricerca vogliono mostrare agli utenti i contenuti che saranno loro più utili.

L’ideale in questo senso è fare un’analisi preventiva per conoscere la gerarchizzazione da applicare all’interno del sito.

Parlaci del tuo sito, lo gerarchizziamo insieme!

 

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